
«Urgenti cromie» di Ivana Scalco
Gauguin, Van Gogh, Cèzanne, Matisse, Denis, gli artisti Fauves (le belve) e i Nabis (i filosofi), gli Espressionisti
sono indubbiamente alla base della pittura di Ivana Scalco e del suo passaggio e insistere su colori saturi,
antinaturalistici, direttamente intesi a rappresentare negli accostamenti, nella materia, nella semplificazione dei
volumi e dei segni, urgenze emotive, stati d'animo, desideri, passioni.
Post impressionismo, neo espressionismo è stato scritto. In realtà la ricercata tavolozza di Ivana Scalco, semplificata
ma umorosa, per campiture appiattite in superficie eppure ricca di tocchi e di sfondamenti cromatici, per colori puri,
saturi e accesi, quasi veementi nella tensione a trasferire sulla tela e ad esprimere senza compiacimenti decorativi
le tensioni della propria emozione esistenziale più intima. Il colore è il medium assoluto, costruttivo e atmosferico,
come segno e come campo, mezzo di transfert primario, immediato, fisico e psicologico. Ritratti, nudi, figure di donne
dagli occhi intensamente pensanti nature morte, finestre su scorci paesistici, dove si accendono i gialli, esplodono i
rossi, i verdi contaminano, si distendono i blu, in fraseggi rapidi e di contrappunto immediato.
Se anche, necessariamente, Ivana Scalco guarda indietro, alle sperimentazioni cromatiche a cavallo tra Ottocento e
Novecento e all'espressionismo lirico, il suo sguardo è rivolto al futuro, a un ambizioso progetto di superamento
dell'artificio e dell'artificioso e di restituzione di sensibilità, di capacità percettiva, di rapporto armonioso
e 'comprensivo', di intelligenza e di emozione, con la natura naturans, senza mediazioni e intermediazioni e senza maschere,
dove il colore definisce forma, contenuto, espressione dei volti, degli occhi, i valori simbolici e metaforici delle figure,
delle nature morte, dei boschetti rossi, dei gesti del corpo.
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